Chi siamo
Rete Scuole Senza Permesso è il nome che ha voluto darsi una rete di scuole di italiano per immigrati milanesi, nata nella primavera 2005, per dichiarare la propria identificazione con i senza diritti.
Le scuole aderenti, pur diverse fra loro, condividono la quotidiana esperienza a diretto contatto con gli immigrati di cui vengono a conoscere le motivazioni all’emigrazione, le condizioni abitative, di lavoro e i progetti di vita, grazie a una relazione di scambievole crescita umana, culturale e politica.
La Rete Scuole Senza Permesso è una Rete che non vanta schieramenti politici, è una Rete aperta a tutti coloro che apprezzano i valori dell’accoglienza, dell’uguaglianza e della giustizia sociale.
Abbiamo scelto di chiamarci Rete Scuole Senza Permesso perché ci identifichiamo nei migranti che siamo stati; perché accogliamo tutti; perché pensiamo che tutti coloro che non possono disporre liberamente delle risorse della propria terra, grazie anche alla rapina dei paesi ricchi, dovrebbero avere diritto ad attraversare questo pianeta privatizzato e a mettere radici dove c’è spazio per i loro desideri; perché sappiamo che la negazione dei diritti dei migranti significa la progressiva erosione dei diritti di tutti quanti.
Nonostante non si sia riusciti a censire tutte le “strutture” scolastiche di questo tipo a Milano, stimiamo di rappresentare circa un terzo delle scuole cittadine e contiamo un’affluenza nelle nostre classi di oltre 3000 persone all’anno: la maggior parte di loro sono – secondo la legge attuale – “clandestine”.
In ciascuna delle realtà aderenti sono impegnati decine di volontari – lo scorso anno ne abbiamo contati circa 250 – che mettono a disposizione competenze specifiche e complementari, motivazioni forti e responsabilità civile nei confronti delle centinaia di migranti con cui ci si relaziona.
Perché la rete
Mettersi in rete per noi significa creare possibilità di confronto e condivisione delle pratiche e delle esperienze, con lo spirito di collaborare con tutti e competere con nessuno, per aumentare consapevolmente la nostra funzione di mediazione sociale e per realizzare insieme iniziative di forte inclusione con i migranti, partecipi a pari diritto e pari dignità.
Noi siamo schierati dalla parte dei migranti, del loro diritto a cercare migliori opportunità di vita e ad essere riconosciuti in quanto cittadini.
Quello che ci muove è la percezione del proprio limite, il “non mi basto” che spinge ad uscire per incontrare chi è simile, favorire i collegamenti e gli scambi, coinvolgere realtà analoghe allargando la rete, realizzare iniziative di forte inclusione come i momenti comunicativi, i dibattiti, le feste cittadine, i tornei di calcio, le rassegne di film, … accanto a quelle che organizzano le singole scuola nei diversi quartieri.
Cosa pensiamo sulla situazione attuale degli stranieri in Italia
Attualmente registriamo un progressivo imbarbarimento della legislazione e delle pratiche che riguardano la vita di centinaia di migliaia di uomini e donne che scelgono l’Italia per costruire il proprio futuro. Per loro si va consolidando la realtà di una “cittadinanza inferiore”, con minori diritti e garanzie, in nome delle “esigenze di sicurezza”. Motivazioni false che servono a giustificare la presenza di manodopera ricattabile a basso costo, pronta a riempire gli spazi dell’economia sommersa.
Auspichiamo una politica che contrasti non solo il mercato nero di qualunque tipo, ma che entri nel merito dei contratti di lavoro, che delinei programmi scolastici transculturali, che ponga un tetto ai costi dell’abitare, che affronti la questione della vivibilità ambientale e umana delle città.
Una politica coerente, che sottragga terreno alla contrapposizione tra diritti dei nativi e diritti degli immigrati. Una politica che sappia eliminare dal proprio dizionario la parola “clandestino” e riconosca ad ogni migrante il diritto di cittadinanza.
Per tutto questo siamo parte della lotta per i diritti, la giustizia e la libertà.
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