Le parole di una realtà come la Fondazione Nesi, lontana geograficamente e storicamente, hanno dato ragione di un “premio“, riconoscendo nella Rete SSP il valore, i valori, di quella storia e di quella dimensione che continua a rappresentarla.
Parole di esistenza, di pratiche che si fondano sul principio del diritto universale alla vita, che la cultura della partecipazione e della ridefinizione delle soggettività diverse in movimento, animano e reggono la lotta per il cambiamento: per rendere possibile quel diritto.
Così dalle parole di Scalabrini (vedi: Frase), al saluto di Basilio Rizzo, dalle motivazioni del premio Nesi (vedi) alla relazione del prof. Ambrosini (vedi: Relazione e slides), hanno trasmesso il diritto alla dimensione della politica; quel fare sensato che misura le soggettività dialoganti nella loro prospettiva di cambiamento.
Noi, noi lo abbiamo recitato, scritto (vedi: PosterReteSSP), letto (vedi: Intervento Rete SSP), mostrato, … questa volontà era presente nelle diverse forme e nell’ “abbraccio” di una struttura istituzionale nella quale si vorrebbe fosse caratterizzata la politica per la città.
Così anche l’Assessore Cappelli (vedi: Intervento) si è spinto a chiedere che quella politica diventi patrimonio comune del diritto alla cittadinanza, fino a riconoscersi con una stretta di mano a qualche migrante.
Un plauso particolare ai due migranti che hanno letto e spiegato le motivazioni di un loro premio ricevuto per aver partecipato al concorso “Immicreando“. (vedi: Doclon e Il Gastronomade)
Ora, è giusto congratularci vicendevolmente per l’iniziativa, ma è anche giusto chiederci che in tutte queste occasioni il “Premio Nesi” rappresenta solo un “abbraccio” alla solidarietà diffusa che ci accompagna e guida su questa strada della partecipazione e della cittadinanza attiva che la Rete SSP nella sua interezza ha la responsabilità di cogliere e diffondere.