L’immigrazione è una realtà che non può essere fermata facendo ricorsi ad accordi bilaterali e/o a leggi istitutive dei Centri di Accoglienza e di Espulsione (CIE) e tanto meno promuovendo leggi sulla “sicurezza” che sanciscono il reato di clandestinità.
Le persone sono costrette ad emigrare per fuggire dalle guerre, dalla povertà, da regimi totalitari, … anche grazie allo sfruttamento e alla rapina da parte delle imprese multinazionali delle loro terre e delle loro ricchezze naturali: ricchezze di cui sono piene le nostre case.
Il migrante non è un poveraccio bisognoso di assistenza, è una persona, un cittadino portatore di diritti, oltre che responsabile di doveri: una persona desiderante.
Il migrante ha bisogno di incontrare una solidarietà progettuale, responsabile, capace di trasformare in lui il desiderio di una cittadinanza attiva.
Il solidarismo caritatevole è spesso causa di parassitismo delle persone immigrate abituate ad un servizio gratuito: mense per mangiare, guardaroba per vestirsi, ambulatori in cui curarsi, sportelli per l’assistenza legale.
Ma se il migrante non esce dal suo racconto per elaborare una teoria che gli permetta di affrontare la vita criticamente, la realtà di queste persone non sarà mai modificata.
Sarà più comodo per lui essere consumista che è la via più facile da seguire.
Il migrante che sceglie di iscriversi ad una scuola per imparare la nuova lingua ha in mente un progetto, piccolo o grande, in cui sceglie di essere soggetto attivo.
Cosa rappresenta la scuola per il migrante? La scuola di italiano è un primo momento all’interno del quale viene offerta l’opportunità di imparare a come tenere in mano il cucchiaio: il passaggio dal bisogno al desiderio. Un luogo dove trovare amici, un’opportunità per diventare un soggetto attivo.
Per l’insegnante il riconoscimento dell’altro, portatore di una diversità culturale, è fondamentale, perché è un modo per valorizzarlo e valorizzarsi in un rapporto alla pari.
Del volontariato non se ne può fare a meno, ma il suo compito è di sensibilizzare e stimolare le istituzioni perché si facciano carico del diritto di cittadinanza delil migrante con una diversa politica dell’accoglienza, non certamente con leggi segreganti e punitive che alimentano razzismo e xenofobia verso i diversi.