Siamo tornati a riprendere quel cammino, che probabilmente non abbiamo mai lasciato e che ci lega alla realtà dei migranti.
Il nostro e quello dei migranti è un cammino comune che si accompagna al cambiamento della realtà sociale. Una realtà troppo spesso ostile verso le diversità che rivendicano un diritto.
Ci siamo e siamo legati/annodati ad un percorso che misura il tempo della vita nostra e dei migranti che incrociamo ad un punto dell’approdo per riprendere un cammino comune.
Loro, i migranti, sono giunti “stranieri”, “abusivi”, “clandestini”, con il solo desiderio e la speranza di una diversa umanità e opportunità di vita.
Noi, volontari, ci riconosciamo estranei ad una realtà sociale, economica e politica che esclude, perseguita e sottomette le ragioni della vita negando il diritto di cittadinanza.
Per queste ragioni chiamiamo e ci consideriamo sorelle e fratelli dei migranti.
Per questo siamo al loro fianco alla scoperta nella rivendicazione dei diritti.
La chiamiamo solidarietà non per un tempo concesso loro, ma per il tempo condiviso nella ricerca e nel conflitto per il comune interesse a voler essere cittadinanza attiva per il bene pubblico.
La loro storia e la loro diversità non sta nel colore della pelle o nella lingua parlata.
La loro storia e la diversità che ci comprende sono la strada che hanno fatto e vogliamo fare assieme per il diritto alla vita.
La nostra storia e la diversità che ci comprende sono il conflitto che anima il cambiamento possibile, la ricerca per una diversa umanità.
Loro si lasciano alle spalle la sofferenza dei loro cari, degli amici morti e dispersi lungo la strada, … . Ora non hanno più nulla da perdere, sono carichi solo della fiducia di un possibile cambiamento.
Noi ci portiamo addosso molti legami che non vogliamo perdere e che spesso ci impediscono di camminare spediti.
Loro viaggiano verso una sognata libertà e il loro viaggio può insegnarci molto. Possono essere dei fantastici maestri, dobbiamo solo imparare ad ascoltarli.
Solo così il rapporto solidale perde la sua direzione a senso unico: diventa scambio e reciprocità in un percorso condiviso.
Sono loro, i migranti, il segno del possibile cambiamento.
Loro sono lo specchio delle nostre miserie, delle nostre ingiustizie. Non condanniamo il diritto di libertà.
Dobbiamo essere molto attenti a non prevaricare la loro fiducia e la loro dignità.
Non piangiamo i loro morti: rivendichiamo il diritto alla vita, alla cittadinanza per tutti.
Sono e siamo parte della Storia: assieme possiamo fare una storia diversa.
NEL MENTRE
Il viaggio verso la ricerca della libertà lo hanno pagato a caro prezzo: a fine 2014 saranno oltre 2000 i morti contati nel Mediterraneo; mentre noi, per la realtà che viviamo, possiamo solo denunciare gli oltre 4000 di suicidi all’anno.
ANNI | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 |
Morti e dispersi in mare | 1500 | 500 | 600 | 1900 – agosto |
Arrivi | 69000 | 22500 | 60000 | 124380 – agosto |
La tragedia del Mediterraneo ci segnala che dal 2000 al 2013 sono morti più di 23 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa
Più navi e aerei in pattuglia sul Mediterraneo
A partire da fine novembre sarà operativa l’operazione “Triton”, il dispositivo di Frontex Plus per il pattugliamento dei confini italiani, che assorbirà “Mare Nostrum”
Intanto il Consiglio Regionale della Lombardia ha bloccato la proposta di istituire un punto di assistenza sanitario per migranti all’interno della stazione centrale di Milano.
Il governatore Maroni: “I soldi dei lombardi li spendiamo per i lombardi“.